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CASTELVECCHIO
Costruito da Giberto Pio intorno al 1443-44, l’imponente edificio presenta una struttura con cortile centrale porticato, vicino per modelli a coeve architetture ferraresi. Dell’originaria residenza quattrocentesca rimangono l’ala nord e la facciata, con il portale dall’arco a sesto acuto e raffinate decorazioni in cotto nella cornice superiore.
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PIAZZALE RE ASTOLFO
Originario fulcro della "cittadella" medievale, fu denominato anche "Piazza del giuoco del pallone" a partire dal XVII secolo, per l'abitudine di adibirlo a questo divertimento popolare. A occidente è delimitato dalla facciata del Palazzo Pio; a settentrione dall’opificio Loria per la manifattura del truciolo, edificio di archeologia industriale ora adibito a biblioteca. A est la pieve della Sagra (di Santa Maria in Castello) con l’annesso palazzo e il quattrocentesco Castelvecchio. L’area della piazza, in origine, era completamente edificata e costituiva il centro della città. Nella pavimentazione in porfido, una doppia fila di cubetti traccia il perimetro dell’antica chiesa, parzialmente demolita nel XVI secolo per volere di Alberto III Pio. Le lastre di pietra piacentina, disposte in modo regolare, hanno la dimensione del braccio carpigiano (52,47 cm) che costituiva l’unità di misura locale prima del sistema metrico decimale. La distanza fra le lastre compone una griglia di 6, 8, 12 braccia e ricorda le misure usate per costruire la pieve e le case medievali che occupavano l’area del piazzale.
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PORTICO DEL GRANO
Le nove ampie volte della Loggia o Portico del grano, ospitavano il mercato delle granaglie e, fino alla metà dell’Ottocento, la gabella dei grani. Edificato nel primo decennio del ‘500, probabilmente su progetto di Baldassarre Peruzzi, il Portico prolunga in linea obliqua la quinta del Portico Lungo della piazza, introducendo armoniosamente l’antica Strada Maestra.
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CHIESA E CONVENTO DI SAN ROCCO
In origine denominata Santa Maria delle Grazie, la chiesa fu costruita a partire dal 1495 per volontà di Alberto III Pio. Interrotta la costruzione, chiesa e convento furono interessati da un rifacimento barocco. Il convento (che ora ospita l’istituto musicale cittadino) si sviluppa intorno al cortile di struttura settecentesca; le sale interne presentano decorazioni e soffitti lignei sono del XVII secolo. La chiesa, ad aula unica, è stata recentemente adattata ad Auditorium. Ospitava nel ‘700 dipinti di Guido Reni e del Guercino, ora alla Galleria estense di Modena.
Auditorium visitabile solo in occasione di eventi
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TEATRO COMUNALE
Realizzato in tempi brevi grazie al sostegno della Società dei Palchettisti, il Teatro viene inaugurato nel 1861 con moduli architettonici di stile neoclassico, secondo l'immagine di teatro-tempio consueta ai primi dell'Ottocento. Nasce con l’intento di offrire alla città un teatro consono ai gusti del tempo, dotato delle migliori soluzioni acustiche e visive, senza penalizzare la comodità di palchi e platea. Negli stessi anni viene progettata anche la superficie aperta del Giardino Pubblico collocato nell’area posteriore - ampio spazio verde pensato a completamento ambientale del Teatro. L'interno fu elegantemente decorato da maestranze modenesi e reggiane con motivi di ascendenza barocca. Notevole il sipario realizzato da Giuseppe Ugolini nel 1861 con “Orfeo e le Muse". Un particolare curioso: l’artista ha donato ai personaggi femminili le fattezze delle bellezze locali dell’alta società carpigiana sua contemporanea, suscitando con ciò – viste le nudità - non poco scandalo.
Aperto solo in occasione degli spettacoli, non sono al momento in programma visite guidate
per maggiori informazioni
https://teatrocomunale.carpidiem.it/
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