UN PRANZO TIPICO A CARPI

Si comincia con i primi piatti realizzati con la sfoglia fatta rigorosamente a mano: tortellini di carne, tortelloni di erba o di zucca, maccheroni con il pettine (piccolo telaio su cui sono tesi dei fili che servono per rigare la pasta). 
Si continua con gli arrosti, i bolliti, il cotechino e lo zampone di maiale serviti soprattutto nel periodo invernale, le misticanze di insalate con erbe aromatiche esaltate dall’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. 
A fine pasto molti sono i dolci al cucchiaio e le torte al forno della tradizione: la zuppa inglese, la torta di tagliatelle, il bensone, le crostate di frutta e le confetture. 
I Lambruschi DOC, in particolare il Lambrusco Salamino di Santa Croce originario del territorio carpigiano, completano questi speciali percorsi del gusto.

PRODOTTI TIPICI

La Mostarda “fina” di Carpi, dalla lunga e complessa lavorazione, è una salsa dolce piccante utilizzata per accompagnare carni, soprattutto bollite come il lesso, il cotechino e lo zampone, o per accompagnare formaggi. Della mostarda Fina, però, non esiste un’unica ricetta autentica ma diverse ricette a seconda della famiglia che la produceva. Indubbiamente la coltivazione di mele e pere tipiche del territorio (come le mele Gagliardine e le Decime) favorì la creazione della ricetta, alle quali si aggiungevano bucce d’arancia, cedro candito, uvetta, senape, miele e varie spezie, ingredienti comuni a tutte le varie ricette di famiglia, oltre ad altri dettati da gusti personali o “ingredienti segreti”. La vera Mostarda Sopraffina di Carpi, però, era ricetta segreta della famiglia Sebellini che avevano una drogheria a Carpi. Chi la produce, la conserva, oggi come allora, in vasi di argilla a forma di pera rovesciata. La si prepara in inverno e, per questo, era uso farne dono per le feste natalizie.

La Pera IGT dell'Emilia-Romagna è tipica per l’intera Regione, culla europea della produzione di pere. Qui si coltiva il 70% delle pere italiane. In particolare le aree riconosciute dall'Indicazione Geografica Protetta sono le province di Modena, Ferrara, Bologna, Reggio Emilia e Ravenna. Quelle marchiate con il bollino IGP sono solo quelle coltivate secondo uno specifico disciplinare di produzione, volto ad esaltarne i requisiti di qualità e salubrità. Sono a produzione integrata nel rispetto dell'ambiente e della salute del consumatore; sono raccolte solo quando hanno raggiunto un certo grado di maturazione; possono essere commercializzate solo quando hanno raggiunto un certo grado zuccherino.

Il Parmigiano Reggiano DOP, prodotto tipico del territorio, nasce dal felice connubio tra lavoro umano e ingredienti locali. Tra questi il latte, reso speciale dai foraggi di cui si nutrono le mucche che lo producono, provenienti dai pascoli dell’Emilia e della Lombardia al di sotto del Po.

I Lambruschi DOC, dalle origini prestigiose e molto antiche – il vitigno era già conosciuto presso i Galli Liguri - nella provincia di Modena si producono in tre varietà: il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Salamino di Santa Croce (la denominazione fa riferimento alla zona di Santa Croce di Carpi), il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro.

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP rappresenta una delle più antiche ed apprezzate tradizioni alimentari del territorio ed è divenuto uno dei più preziosi tra i prodotti tipici dell’artigianato agro-alimentare italiano. Si caratterizza per i profumi e i sapori sapientemente equilibrati tra l’agro e il dolce, per il colore bruno, carico e lucente, e per la densità sciropposa. Prodotto dalla spontanea trasformazione del mosto d’uva cotto (proveniente da uve autoctone della provincia di Modena), maturato per lenta acetificazione attraverso un lunghissimo invecchiamento in serie di vaselli diversi, il ‘Balsamico’ nasce dall’intreccio tra l’operosità dell’uomo, la tradizione secolare e l’azione della natura.

L’Acetaia Comunale ha sede nel sottotetto di Palazzo Scacchetti, residenza municipale, composta da 3 batterie di botticelle pregiate, denominate Maria Beatrice, Caterina e Adelaide, e da 2 botti madre. Le batterie presentano dalle 6 alle 8 botticelle, realizzate con legni diversi (rovere, castagno, frassino, robinia, ciliegio) e con capacità a scalare variabile. L’acetaia è curata dalla comunità carpigiana della Consorteria dell’ABTM di Spilamberto, e l’aceto annualmente prodotto viene utilizzato dall’amministrazione per farne dono a ospiti illustri della città, o anche nei corsi di degustazione.
L’Acetaia comunale è visitabile il secondo sabato di ogni mese dalle ore 9.30 alle 12.30

Il cotechino IGP e lo zampone IGP sono due secondi piatti di largo consumo nella cucina modenese, soprattutto durante le festività natalizie. All'interno della pelle degli zampetti di maiale è insaccata la carne finemente tritata del maiale stesso. Di solito sono accompagnati con un contorno di lenticchie. Lo zampone nasce a Mirandola dove, narra la leggenda che durante il duro assedio di Papa Giulio II nel 1510-11, per poter meglio resistere alle difficoltà e per non lasciare al nemico animali così faticosamente ingrassati, un cuoco dei Pio pensò di tritare la carne dei maiali e di insaccarla nella pelle degli zampetti.
La storia della produzione di salumi è molto antica. Già dai tempi dei Celti e dei Romani vi era l'abitudine di conservare la carne sotto sale. Espediente questo utilizzato per conservare il prodotto durante le campagne militari. 

Il prosciutto di Modena DOP si ottiene esclusivamente da cosce di suini nati ed allevati in Italia secondo le rigide prescrizioni del Disciplinare di Produzione.

 

Il riso La coltura del riso veniva introdotta nel territorio carpigiano, che all'epoca e sino all'unità d'Italia, comprendeva anche Novi e Rovereto, nella seconda metà del Settecento e precisamente nel 1776. 

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